Teatro

Flesh in the Age of Reason al Verdi di Padova

Flesh in the Age of Reason al Verdi di Padova

Giovedì 12 maggio al Teatro Verdi di Padova i dieci splendidi ballerini della Random Dance Company escono ben cinque volte davanti al sipario per ricevere  l’applauso del pubblico.
Lo spettacolo messo in scena è FAR acronimo di Flesh in the Age of Reason - studio sul rapporto tra mente, anima e corpo nell'epoca dell'Illuminismo firmato dallo storico inglese Roy Porter.
Fondatore e coreografo della Random Dance Company è il quarantenne Wayne McGregor  (coreografo principale anche per il Royall Ballet ).
McGregor nel progettare FAR parte  da studi sulla depressione di Phil Barnard della Cognition and Brain Studies Unit di Cambridge e David Kirsh, suo omologo americano, dove è stata messa a fuoco l'ossessione di pensieri costantemente ripetuti tipica di questa malattia e individuata una possibile via di uscita da questo circolo vizioso.
Tutto in questo spettacolo ricorda l’ossessione dei pensieri : dalle luci psichedeliche provenienti dall’installazione visiva curata dal collettivo “rAndom International”, vincitore di numerosi premi internazionali di art & design, alla musica elettronica  di Ben Frost, al movimento dei ballerini, tanto contorto e violento quanto potente.
“Lo studio del movimento è danza, il movimento è comportamento, quindi danza è specchio dei comportamenti umani“: questo è il sillogismo che mi veniva  in mente mentre affascinata assistevo a FAR. Effettivamente non potrebbe esserci movimento più attuale di quello ideato da McGregor, e FAR è esattamente uno spaccato del comportamento umano contemporaneo: compulsivo, violento, improvviso, angosciante ma soprattutto frenetico, tanto da trasformarsi in una vera e propria corsa che termina con lo sfinimento o lo schianto tra ballerini. Diagonali superlative con salti artistici potenti  e precisi ed una elasticità che ricorda quasi dei contorsionisti : questi i ballerini della Random Dance, dei veri ballerini perchè ballano non solo con gambe e braccia ma anche con mente e cuore, e per questo si meritano ancora tanti e tanti applausi.

A cura di Federica Frison